Calà del Sasso

La Calà del Sasso è una storica scalinata, formata da 4444 gradini, che collega il comune di Valstagna, nel Canale di Brenta, alla frazione Sasso di Asiago, nell’Altopiano dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza, ed è la scalinata più lunga d’Italia oltre che la scalinata più lunga del mondo aperta al pubbico.

La Calà del Sasso copre un dislivello di 744 metri. Il percorso è ancora in gran parte affiancato da una cunetta, realizzata, come i gradini stessi, in pietra calcarea: questa cunetta veniva un tempo utilizzata per trasportare a valle il legname dell’Altopiano. Giunti a Valstagna infatti, la Calà termina nei pressi del fiume Brenta, in cui i tronchi erano fluitati fino a Venezia dove venivano usati nell’ Arsenale per la costruzione di imbarcazioni.

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La straordinaria architettura è tra le più lunghe al mondo e venne costruita alla fine del XIVº secolo per poter condurre il legname da Asiago a Valstagna in modo sicuro e soprattutto indipendente da Gallio e Foza, paesi questi, che pretendevano altrimenti pesanti dazi. Oltre al legname scendevano in continuazione anche mercanzie e soprattutto persone, da qui ”Calà” ovvero calare-scendere. Dal punto di vista di Valstagna invece il collegamento fondovalle-montagna era noto come ”Strada del Sasso”.
Pian piano si addentra sempre più nel bosco fitto di vegetazione e ricco di colori.

Il percorso ha inizio dal parcheggio di località Lebo di Valstagna (221 m) al secondo tornante della strada per Foza e termina a Sasso di Asiago (965 m). La Calà è lunga circa 7 km, il tempo di percorrenza va dalle 2 ore circa alle 4 ore circa ed il dislivello è di 744 m.

I boscaioli dopo aver portato a valle i tronchi, facendoli scorrere sulla canaletta che costeggia il sentiero a gradoni, potevano acquistare nel paese di Valstagna alimenti, come sale o farina, oltre ad altri oggetti e facevano quindi il percorso di ritorno in salita con un nuovo carico di peso sulle spalle.
La struttura a gradoni, con canaletta sul fianco, fu ideata per permettere un percorso più agevole durante il trasporto dei pesanti tronchi d’albero: i gradoni evitano infatti il pericolo di scivolamento in caso di maltempo o con la neve e il ghiaccio, non infrequente d’inverno soprattutto sulla parte alta del percorso. La canaletta sul fianco non solo permetteva di far scivolare il tronco ma consentiva anche la svolta nelle strette curve o tornanti che caratterizzano la Calà. Perse la sua importanza come principale via di collegamento fra pianura e Altipiano negli anni fra il XIX e il XX secolo, quando venne realizzata la rotabile del Costo (1850) e la vicina ferrovia Rocchette-Asiago (1909). Originariamente i gradini erano 4.422 ma nel 1498, a causa dell’abbassamento del greto del torrente Ronchi, ne furono aggiunti altri 22.
Una parte di questi gradoni sono stati nel tempo erosi dalle acque e di conseguenza andati perduti, ma la struttura del sentiero è ancora chiaramente visibile e, in alcuni tratti, ben mantenuta. Dopo un periodo di degrado e abbandono, negli ultimi decenni il sentiero ha subito processi di rivalorizzazione che hanno portato alla sistemazione dei tratti più danneggiati. È così tornata ad essere un importante itinerario storico-turistico.

 

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