Rainer Maria Rilke (1875-1926) poeta tedesco.

“Se la vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l’accusate;
accusate voi stesso, che non siete assai poeta da evocarne la ricchezza;
ché per un creatore non esiste povertà né luoghi poveri e indifferenti.
E se anche foste in un carcere, le cui pareti non lasciassero filtrare alcuno dei rumori del mondo fino ai vostri sensi – non avreste ancora sempre la vostra infanzia, questa ricchezza preziosa, regale, questo tesoro dei ricordi?
Rivolgete in quella parte la vostra attenzione.
Tentate di risollevare le sensazioni sommerse in quel vasto passato; la vostra personalità si confermerà, la vostra solitudine s’amplierà e diverrà una dimora avvolta in un lume di crepuscolo, oltre cui passa lontano il rumore degli altri.
Sempre l’augurio che possiate trovare assai pazienza in voi da sopportare e assai semplicità da credere; che possiate acquistare sempre più fiducia in quello ch’è difficile e nella vostra solitudine tra gli altri.
E per il resto lasciatevi accadere la vita.
Credetemi: la vita ha ragione, in tutti i casi.
Non vi osservate troppo.
Non ricavate conclusioni troppo rapide da quello che vi accade;
lasciate che semplicemente vi accada”.

da : “lettere a un giovane poeta” . Le lettere furono realmente indirizzate da Rilke al giovane scrittore Kappus fra il 1903 e il 1908. Furono pubblicate postume nel 1929

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